A caccia di tartufi bianchi in Romagna

Ecco un’idea insolita per trascorrere un piacevole week-end d’ottobre per gli appassionati di tartufi: andare a Sant’Agata Feltria per la 33° Edizione della “Fiera del tartufo bianco”: un’occasione per visitare gli splendidi borghi dell’entroterra romagnolo, ammirare il folliage e degustare prodotti a base di pregiato tartufo bianco.

Nei giorni 7-14-21 e 28 Ottobre si tiene la “ Fiera del tartufo bianco pregiato e dei prodotti agro silvo pastorali”.

La sagra si svolge nel comune di San’Agata Feltria, un piccolo paesino situato nelle comunità montane tra Marche e Romagna, cioè in quelle terre un tempo dominate dal nobile casato dei Montefeltro.

Giunta alla sua 33° Edizione, la kermesse è piuttosto conosciuta tra gli esperti del settore ed è considerata una valida alternativa alla Fiera d’Alba.

Circondata dai dolci pendii degli appennini, coperti di boschi di castagne, Sant’agata offre, infatti, un terreno ed un clima ideale per la crescita dei tartufi, sia neri che soprattutto bianchi. Per tale motivo quest’evento, noto per lo più solo agli esperti, è considerata una delle fiere più importanti e visitate del settore in Italia, compete tranquillamente con quella che si tiene nella più reclamizzata Alba.

Quest’appuntamento ha l’obiettivo di far conoscere le eccellenze locali, tra cui il pregiato tartufo bianco, e promuovere le bellezze del territorio..

Durante la fiera il paese si riempie di  vitalità:  le vie del centro si animano di bancherelle di artigianato antiquariato e artigianato e stand enogastro-nomici, tra cui ampio spazio è dato anche ai prodotti bio,  ampio il calendario degli eventi  collaterali e delle iniziative in programma., quali degustazioni di vini locali, soprattutto, albana e sangiovese, rappresentazioni in costume d’epoca.

Per l’occasione vengono organizzate anche gare dei cani da tartufo, per conoscere dal vivo l’entusiasmante momento della ricerca del prezioso tubero in compagnia del cane fedele.

Il pregiato tartufo viene esposto nel centro storico, venduto, valutato, degustato in tutti i modi.

Nel centro della piazza viene allestito un grande Capannone adibito a Taverna, dove è possibile assaggiare, a costi molto contenuti sia le principali specialità locali, tipo lasagne al ragù o salsiccia alla griglia, che piatti a base di tartufo bianco, come il piccione ripieno di carne e tartufo o gli

immancabili tagliolini. Il tutto accompagnato da un bicchiere di buon sangiovese. Oltre a questa prelibatezza, nei vari stand della fiera, sono venduti altri prodotti della pastorizia e dell’agricoltura, quali funghi, miele e formaggi, tra cui il Formaggio di Fossa e il formaggio ubriaco, lasciato

invecchiare avvolto da foglie di vite. Molti sono i ristoranti della zona che propongono menù a tema a base di tartufo.

Ma le sorprese non finiscono qui.  Molte sono le attrazioni di questo borgo per lo più sconosciuto al turismo di massa,  le cui origini risalgono addirittura al periodo pre-romano, vanno ben oltre ai piaceri della gola.

La fiera del tartufo può costituire un ottimo pretesto per approfondire le proprie conoscenze culturali e fare un salto indietro nella storia.

A Sant’Agata, infatti, il tempo sembra  essersi fermato: il limitato sviluppo edilizio, le strade fatte ancora di ciotoli, il panorama mozzafiato delle colline circostanti, i vicoli stretti, il caratteristico Vicolo del Bacio e l’imponente Rocca del X secolo, che si erge sul picco di un colle come silente custode della vallata sottostante,contribuiscono a ricreare l’atmosfera intima e raccolta dei borghi medievali del periodo delle signorie dei Montefeltro.

Tutto sembra rievocare le antiche gesta gloriose, amori e intrighi di nobili signori e dame, a partire proprio dalla rocca fortificata in ottimo stato di conservazione, che attualmente ospita un museo permanente sul Medioevo.

Affacciato sulla piazza principale, si erge,  un bel edificio color rosa antico, adornato da un piccolo balcone in ferro battuto in stile liberty. Si tratta del Teatro Angelo Mariani del 1605, il teatro più vecchio delle Marche ed uno dei pochi costruiti interamente in legno ancora esistenti, un’autentica bomboniera la cui visita degli interni è sicuramente da non perdere.

Il piccolo teatro, visitabile per la somma rappresentativa di 1 euro, è stato di recente portato al suo antico splendore dopo ingenti lavori di restauro ed è ricco di testimonianza d’arte e di storia. Qui vi diresse il celeberrimo direttore d’orchestra Angelo Mariani, a cui si ispira il nome della struttura. Fu inoltre scelto da Gasman per il suo recital La Divina Commedia e qui suonò l’Orchestra del Teatro la Scala in un opera di Verdi. Attualmente è ancora palcoscenico di manifestazioni teatrali e musicali.

Interessante è anche il percorso delle Fontane, che si snoda all’interno del paese. La luna del pozzo, il luogo della memoria e la fontana della lumaca. sono sculture moderne di arte e design, ideate da Tonino Guerra, che tuttavia sembrano adattarsi perfettamente in questo contesto, come pezzi di un mosaico senza tempo in eterno divenire.

Sant’Agata è solo una delle tante meraviglie della zona e può essere il punto di partenza per itinerari culturali e naturalistici di notevole interesse. Nelle strette vicinanze di Sant’agata è possibile visitare il Museo della Miniera di Perticara, dove un tempo veniva estratto lo zolfo.

Non lontano c’è il Borgo e nella torre di Petrella Guidi, gioiello medioevale con annesso il castello Scavolo.

Poi, muovendosi verso nord, a circa una trentina di kilometri, è situata Pennabilli,degna di nota sia per il borgo con l’annesso castello che per le chiese che per il parco , in cui ci si può fermare a

riflettere percorrendo“il percorso dell’anima” realizzato con le opere di Tonino Guerra.

D’obbligo nei dintorni è la visita di San Leo, la spettacolare fortezza considerata un tempo inespugnabile, che ha ospitato tra le mura della sua prigione Cagliostro, noto e discusso personaggio del ‘700,  e ne custodisce ancora oggi il segreto della sua morte.

Per informazioni:http://www.santagatainfiera.com/